giovedì 16 febbraio 2012

Il Nocino di Noceto




Il Nocino di Noceto


di Luca Bonci

Confesso di non aver grande simpatia per il nocino. Sarà perché hanno sempre tentato di propinarmelo come un medicinale, "bevi questo nocino, vedrai come digerisci subito!", magari dopo una abbuffata, sarà perché quelli, non moltissimi, che ho assaggiato, esaltavano queste loro virtù medicamentose con eccessi amari, eccessi speziati, eccessi dolci, eccessi alcolici... insomma, raramente mi era capitato di gustare un nocino che avesse dalla sua non mirabolanti proprietà terapeutiche, ma semplicemente il piacere della beva.
Noceto, paese in provincia di Parma dotato di toponimo dalle ovvie origini, coltiva la tradizione del nocino da sempre. Preparazione importata dai Romani o forse dai Celti, che avevano appreso l'usanza di fermentare noci e miele dai Picti, in Britannia. Una tradizione tramandata per generazioni e stabilizzata, da almeno 400 anni, nella ricetta del "Nocino di Noceto" della famiglia Cotti.
Un prodotto così ben riuscito che a Noceto si vuole farlo conoscere, e così, nell'anno 2000, ha inizio la sua produzione e commercializzazione, ne viene depositato il marchio da parte dell'associazione "Incontriamoci in paese" e, a sugello di tutto ciò, la regione Emilia Romagna lo riconosce come prodotto tradizionale. Finalmente questo storico nocino è alla portata di tutti noi, anche se naturalmente non è ancora così facile da trovare, e una puntata nel parmense, se non prorio a Noceto, faciliterà l'acquisto.
Eccoci quindi di fronte a questa piccola bottiglia scura, annata 2004, che emana appena aperta un sottile scia boschiva e che ci mette subito in guardia per la gradazione alcolica di 50 gradi. Beh, "basterà non esagerare," ci diciamo, e così versiamo il nocino in un bicchiere che ci sembra adatto e ci prepariamo all'assaggio. I profumi sono intensi, ne emerge naturalmente la noce, ma anche un fine boquet di spezie, cannella, chiodo di garofano, cenni chinati, e una decisa nota alcolica. Il liquido è cremoso e il suo colore un bruno omogeno, limpido. E in bocca? In bocca vorremmo solo dire: "equilibrio!", perché è questo l'aspetto che più ci soddisfa. Il Nocino di Noceto non è un medicinale, non vi brucia la bocca, né ve la storce per la sensazione amara, né la impasta per il troppo zucchero. Bevetene con moderazione, ma bevetelo con piacere, non per digerire, ma per gustarvelo, d'inverno davanti al fuoco, o d'estate un po' fresco, ma non gelato, anzi, magari sopra un bel gelato, alla crema!
La ricetta sembra semplice: un infuso di noci acerbe, raccolte, secondo la miglior tradizione, nei giorni vicini alla festa di San Giovanni, il 23 giugno, messe in infusione in alcol con aggiunta di zucchero e di piccole quantità di aromi, quali cannella, chiodi di garofano, scorza di limone, macis, ecc.
Semplice, ma se ci sono voluti 400 anni per affinarla a questo punto, non crediamo facile da riprodurre. E allora non ci resta che invitarci tutti a Noceto, magari durante le manifestazioni che accompagnano il Concorso del Nocino e delle Torte di Noci, giunto alla XXIV edizione, la cui finale che si terrà il prossimo 30 settembre. Un concorso aperto a tutti quelli che producono nocino per uso familiare, e che credono di avere un nocino da campioni! Qui potete scaricare in anteprima il regolamento per partecipare.
Nell'occasione, si potrà assistere anche al quarto concorso di “Un coktail con il Nocino di Noceto” organizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Barman E Simpatizzanti (AIBES) a spettacoli di cabaret e musica dal vivo, nonché fare acquisti in un mercatino di prodotti gastronomici legati alla noce e, dulcis in fundo, gustare Gheriglio, "uno scrigno di cioccolato amaro con ripieno di crema all'autentico Nocino di Noceto."


4 febbraio 2007


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