Il
Nocino di Noceto
di
Luca Bonci
Confesso
di non aver grande simpatia per il nocino. Sarà perché hanno sempre
tentato di propinarmelo come un medicinale, "bevi questo nocino,
vedrai come digerisci subito!", magari dopo una abbuffata, sarà
perché quelli, non moltissimi, che ho assaggiato, esaltavano queste
loro virtù medicamentose con eccessi amari, eccessi speziati,
eccessi dolci, eccessi alcolici... insomma, raramente mi era capitato
di gustare un nocino che avesse dalla sua non mirabolanti proprietà
terapeutiche, ma semplicemente il piacere della beva.
Noceto,
paese in provincia di Parma dotato di toponimo dalle ovvie origini,
coltiva la tradizione del nocino da sempre. Preparazione importata
dai Romani o forse dai Celti, che avevano appreso l'usanza di
fermentare noci e miele dai Picti, in Britannia. Una tradizione
tramandata per generazioni e stabilizzata, da almeno 400 anni, nella
ricetta del "Nocino di Noceto" della famiglia Cotti.
Un
prodotto così ben riuscito che a Noceto si vuole farlo conoscere, e
così, nell'anno 2000, ha inizio la sua produzione e
commercializzazione, ne viene depositato il marchio da parte
dell'associazione "Incontriamoci in paese" e, a
sugello di tutto ciò, la regione Emilia Romagna lo riconosce come
prodotto tradizionale. Finalmente questo storico nocino è alla
portata di tutti noi, anche se naturalmente non è ancora così
facile da trovare, e una puntata nel parmense, se non prorio a
Noceto, faciliterà l'acquisto.
Eccoci
quindi di fronte a questa piccola bottiglia scura, annata 2004, che
emana appena aperta un sottile scia boschiva e che ci mette subito in
guardia per la gradazione alcolica di 50 gradi. Beh, "basterà
non esagerare," ci diciamo, e così versiamo il nocino in un
bicchiere che ci sembra adatto e ci prepariamo all'assaggio. I
profumi sono intensi, ne emerge naturalmente la noce, ma anche un
fine boquet di spezie, cannella, chiodo di garofano, cenni chinati, e
una decisa nota alcolica. Il liquido è cremoso e il suo colore un
bruno omogeno, limpido. E in bocca? In bocca vorremmo solo dire:
"equilibrio!", perché è questo l'aspetto che più ci
soddisfa. Il Nocino di Noceto non è un medicinale, non vi brucia la
bocca, né ve la storce per la sensazione amara, né la impasta per
il troppo zucchero. Bevetene con moderazione, ma bevetelo con
piacere, non per digerire, ma per gustarvelo, d'inverno davanti al
fuoco, o d'estate un po' fresco, ma non gelato, anzi, magari sopra un
bel gelato, alla crema!
La
ricetta sembra semplice: un infuso di noci acerbe, raccolte, secondo
la miglior tradizione, nei giorni vicini alla festa di San Giovanni,
il 23 giugno, messe in infusione in alcol con aggiunta di zucchero e
di piccole quantità di aromi, quali cannella, chiodi di garofano,
scorza di limone, macis, ecc.
Semplice,
ma se ci sono voluti 400 anni per affinarla a questo punto, non
crediamo facile da riprodurre. E allora non ci resta che invitarci
tutti a Noceto, magari durante le manifestazioni che accompagnano il
Concorso del Nocino e delle Torte di Noci, giunto alla XXIV edizione,
la cui finale che si terrà il prossimo 30 settembre. Un concorso
aperto a tutti quelli che producono nocino per uso familiare, e che
credono di avere un nocino da campioni! Qui potete
scaricare in anteprima il regolamento per partecipare.
Nell'occasione,
si potrà assistere anche al quarto concorso di “Un coktail con il
Nocino di Noceto” organizzato in collaborazione con l’Associazione
Italiana Barman E Simpatizzanti (AIBES) a spettacoli di cabaret e
musica dal vivo, nonché fare acquisti in un mercatino di prodotti
gastronomici legati alla noce e, dulcis in fundo,
gustare Gheriglio, "uno scrigno di cioccolato amaro
con ripieno di crema all'autentico Nocino di Noceto."
4
febbraio 2007
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